insegnanti della scuola:
Carlos Montalván, Roberta Ceppaglia, Valentina Monopoli
da un’idea di Carlos Montalván
musiche di A. Boumonville, J. Strauss, Mishmash, A.Trentemøller, N. Rota
F. J. Haydn, A. Ponchielli, J. Timberlake/M. Martin

Protagonista della frase del titolo è l’allievo, che pone, “nella scuola di danza”, non solo tutti i sogni di una sperata vita d’artista, ma anche la fiducia in un luogo dove crescere, dove formarsi.
Spazio delle passioni, degli impegni, delle sfide con se stessi “la scuola di danza”, nel rapporto con gli insegnanti, con i compagni di corso, con la segreteria, diviene una micro società dove, affianco all’obiettivo formativo, si perseguono anche altre finalità come sviluppare la voglia di partecipare, di stare assieme, di condividere, e poi, con gli appuntamenti performativi (concorsi, saggi, esami) quelle di esibirsi, di confrontarsi, di affrontare le prove con determinazione, ma anche serenità emotiva.
Eliminiamo la quarta parete di una sala di danza e diveniamo spettatori di una giornata con allievi e insegnanti. I quadri narrati sono ispirati da aneddoti e luoghi comuni, creando situazioni reali e surreali dove i protagonisti raccontano se stessi.
La iper-disciplina, la severità dei maestri, la fatica degli esercizi, diventano interludi, trascritti a fine parodico, delle coreografie accademiche che mostrano il livello raggiunto dagli allievi della scuola.
Le situazioni quotidiane del mondo della formazione del ballerino sono state più volte fonte di ispirazione per opere d’arte (pensiamo alle pitture di Edgar Degas), musical, pièce teatrali, trasmissioni televisive, film e oggi reality e talent dove tra l’altro si evincono le relazioni, a volte di conflitto, tra le regole severe (nate alla fine del XIXesimo secolo) e lo studente figlio di una società contemporanea che le apprende con sorpresa e in alcuni casi con contrasto.

Una sala di danza, classi di allievi, gli insegnanti, la segreteria…comincia una lezione della mia vita…a Scuola di Danza.

Fredy Franzutti