Amici della Musica, buona la prima.
Il Balletto del Sud coinvolge e convince.

Non nascondo che sono andato a vedere «From Italy with love», lo spettacolo inaugurale della stagione degli Amici della Musica di Foggia, con una forte dose di diffidenza. L’appuntamento con il Balletto del Sud, la compagnia salentina che è da tempo punto di riferimento per la danza in tutto il Mezzogiorno, veniva infatti presentato come una «Cartolina dalla Cultura Italiana» che spaziava da Claudio Monteverdi a Paolo Conte.

Il timore era quello che si trattasse della versione coreutica di uno di quei viaggi per giapponesi nel quali vedi in quattro giorni Napoli, Roma, Firenze, Pisa, Venezia e
Milano in un delirio di scatti fotografici nei luoghi più Iconici e spostamenti in pullman stile Parigi-Dakar. Per fortuna alcune considerazioni hanno frenato il mio pregiudizio ostile. Innanzitutto si tratta degli Amici della Musica, che sono da più di mezzo secolo un pilastro e un punto di riferimento per l’ascolto della buona musica: non si costruiscono cinquantacinque stagioni di alto livello per caso, permettendo ai foggiani di ascoltare violinisti come Uto Ughi, Salvatore Accardo e David Ojstrach, solisti come Severino Gazzelloni e ensemble come i Solisti Veneti. Il sodalizio guídato dal presidente Domenico Berlingieri e dal sempreverde Enrico Sannoner, suo vice, merita ogni rispetto. Oltretutto c’era la curiosità per l’operato del nuovo direttore artistico, il Maestro Agostino Ruscillo, chiamato a proseguire l’attività prestigiosa di Teresa Procaccini e Domenico Losavio. Infine, non per ultimo, il blasone della compagnia e del suo leader Fredy Franzutti, che quest’anno festeggia il trentennale dalla fondazione. Tutte queste buone ragioni mi hanno permesso di assistere a uno spettacolo davvero bello, con venti professionisti di rango a danzare sulle coreografie di Franzutti in passi a due e scene corali su uno sfondo di splendide immagini di quadri o di paesaggi (molto belle, ma avrei apprezzato una minore frequenza dell’effetto speciale «stormo di uccelli in volo»).

Scelta dei brani assolutamente non convenzionale e sotto molti aspetti ricercata, itinerario non cronologico ma emozionale (di talché si passa in apertura dal seicentesco madrigale monteverdiano «Il combattimento di Tancredi e Clorinda» alla «Experience» di Ludovico Einaudi, datata 2014) che attraversa pagine del melodramma, da «Traviata» a «Gianni Schicchi» (affidate alla voce di Maria Callas, ça va sans dire) e brani del pop e del cantautorato italiano, con le struggenti «Chiove» di Pino Daniele e «Ritornerai» di Bruno Lauzi, ma anche con il Battiato di «Fleur» (ma cosa diamine c’entra «La canzone dei vecchi amanti» con Giuseppe Garibaldi?). Per quel che può dire uno che ha capacità tersicoree simili a quelle degli orsi nelle fiere di un tempo, ballerine e ballerini sono stati semplicemente perfetti, con profluvio di sgambettil, volteggi, piroette e incantevoli pose sulle punte. Ma non tutto è stato classico canonico, anzi in qualche punto l’atmosfera era decisamente contemporanea, cosa che ha permesso di apprezzare la grande espressività degli interpreti. La ventina di brani eseguita ha consentito a tutti i membri della compagnia di esibirsi in veste solistica, con punte di eccellenza in un livello generale di grande qualità. Diverse le interpretazioni che ci hanno colpito, ma siamo rimasti entusiasti soprattutto di due momenti corali: la tarantella della «Boutique fantasque» (il balletto di Lèonid Massine per il quale Ottorino Respighi mise in forma orchestrale alcuni brani per pianoforte di Gioacchino Rossini, e la trascinante coreografia finale sulle note di «Vieni via con me» di Paolo Conte. Bravi e complimenti a tutti. Amici della Musica, buona la prima.

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