Dopo il successo estivo, la spumeggiante freschezza dello spettacolo “From Italy with love” ha contagiato gli spettatori intervenuti il 13 ottobre scorso al teatro Apollo di Lecce per l’inaugurazione della nuova stagione invernale del Balletto del Sud, compagnia di danza che in trent’anni di attività ha acquisito sempre maggior spessore a livello nazionale e internazionale grazie all’impegno dell’infaticabile coreografo leccese Fredy Franzutti, direttore dell’ensemble.

From Italy with love rappresenta un omaggio programmatico alla cultura italiana, musiche e immagini ripercorrono la storia del Belpaese a partire dal XVI° secolo fino al 900. Si parte dal recitar cantando di Monteverdi e l’iconografia rinascimentale del “Combattimento di Tancredi e Clorinda” per arrivare alle canzoni di Mina e al cantautorato passando attraverso la grande stagione del melodramma. Una “Cartolina della cultura italiana”, come recita il sottotitolo, appositamente pensata per un pubblico non italiano, in particolare per turisti stagionali e non, che avranno modo di “… sorprendersi con leggerezza – secondo le parole dello stesso Franzutti – come quando da turisti si percorre un viale tra palazzi storici e statue, ammirando dei capolavori”.

Cartolina sì, ma anche carta d’identità di un’ Italia geniale nell’esprimere passioni e sentimenti rimasti inalterati nei secoli pur nella varietà degli stili: e così sulle note della canzone “Sogna ragazzo, sogna” di Vecchioni si materializza Dante Alighieri e il suo miraggio coniugale e politico, Mina con la sua “Mi sei scoppiato dentro al cuore” fa da colonna sonora alla contrastata unione tra Romeo e Giulietta, l’amore maturo e sfortunato di Garibaldi e Anita è reso più che mai straziante dall’arrangiamento creato da Battiato per la “Canzone dei vecchi amanti” di Brel.

Immancabile il riferimento all’opera lirica, dall’evocazione di Violetta e Alfredo nella celeberrima “Traviata” di Giuseppe Verdi alla romanza “O mio babbino caro” tratta dal “Gianni Schicchi” di Puccini, scene in cui primeggia l’iconica voce di Maria Callas; dal neoclassicismo del “Giudizio di Paride” presente in “Adriana Lecouvreur” di Cilea alla Tarantella di Rossini-Respighi all’Intermezzo di “Cavalleria Rusticana” di Mascagni, senza dimenticare l’Usignolo leccese Tito Schipa e la sua altrettanto iconica “Furtiva lagrima” sullo sfondo di antiche fotografie della sua città natale. Gabriele D’Annunzio fa capolino nella canzone “L’alba separa dalla luce l’ombra” musicata da Tosti e qui eseguita da Anna Caterina Antonacci.
Non è la prima volta in cui il coreografo eccita la curiosità intellettuale del suo pubblico con sapide citazioni, che nella serata leccese hanno creato la giusta cornice per impagabili scene coreutiche nelle quali si sono esibiti con successo i danzatori, talora singolarmente coinvolti in emozionanti passi a due talora artefici di momenti d’insieme di particolare efficacia.

Meravigliosa la coppia dei primi ballerini Nuria Salado Fustè e Oriòn Picò Plaja accanto ai partners solisti Alice Leoncini, Ovidiu Chitanu e Robert Creach Chacon e agli altri elementi della compagnia. Tutti indistintamente hanno contribuito a rendere attuale sul palcoscenico quell’umanità che rimane la stessa lungo il fluire delle epoche storiche, coniugando l’indubbia perizia tecnica con una tangibile emotività e una corporeità vigorosa ed esuberante, valorizzata dal taglio moderno dei costumi, complici anch’essi nella creazione di uno spettacolo godibilissimo che alla fine ha ottenuto una partecipe standing ovation mentre tutta la compagnia, al seguito del simpatico Robert Creach Chacon, regalava un travolgente bis sulle note della canzone “Via con me” di Paolo Conte.

La stagione invernale

Il Cartellone proseguirà il 16 novembre (replica il 17) con lo spettacolo Jonio – Sud – Barocco, nuova produzione del Balletto del Sud creata in collaborazione con l’Orchestra di Lecce e del Salento. Le tre parole del titolo sono generate dalle iniziali del nome del celeberrimo Johann Sebastian Bach, i cui brani musicali, eseguiti dall’Orchestra, si accostano a concetti – in chiave metafisica – specifici di una posizione geografica e di una condizione storica e identitaria con specifico riferimento ai salentini Vittorio Bodini e Carmelo Bene.
In data 8 febbraio (replica il 9) la Stagione si concluderà con “Il Cigno”, uno dei titoli di ricerca e ricostruzione più importanti della produzione della compagnia, ispirato alla vita e alle opere del coreografo Michel Fokine (1880-1942), considerato il primo coreografo al principio della modernità che si svilupperà a partire dagli anni 30 del’900. Lo spettacolo, che nel titolo ricorda il celebre assolo “La morte del Cigno” – che Fokine creò nel 1901 per Anna Pavlova, la grande diva – presenta i più significativi brani del suo repertorio: Les Sylphides, Carnaval, Petruska, Lo Spettro della Rosa, L’Uccello di Fuoco, alcuni ricostruiti filologicamente da Franzutti ed altri creati dal coreografo italiano in omaggio creativo a Fokine. Le due rappresentazioni di quest’anno saranno dedicate al maestro Beppe Menegatti scomparso nel settembre 2024.

Ulteriori informazioni sul sito www.ballettodelsud.it

Fernando Greco

Articolo pubblicato su: Il Tacco d’Italia  16/10/2024

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