Al Teatro Vascello di Roma, in scena il genio visionario del coreografo leccese Fredy Franzutti con un balletto intriso dall’humus più profondo della sua terra di origine.

Il genio visionario del Maestro Fredy Franzutti, uno dei più importanti coreografi italiani contemporanei, anche stavolta non si smentisce. Leccese, da sempre attento alla cultura e alle tradizioni della sua terra e, più in generale, del suo Sud, ha portato in scena la creazione più fortemente intrisa dell’humus delle sue origini.
Si tratta della coreografia “La luna dei Borboni“, ispirata dall’omonima raccolta di poesie del grande scrittore, traduttore, giornalista, poeta, Vittorio Bodini, suo conterraneo e fondatore nel 1932, del “Futurblocco leccese”, un vivace movimento futurista locale.
La poesia di Bodini parla, in modo appassionato e struggente, di un Sud immobile, indifferente persino all’unità d’Italia, incatenato ai suoi riti e tradizioni, coraggioso nel suo dolore e tenace nella speranza. Un Sud in cui i riti pagani si mescolano e si fondono con una cristianità severa che permea il contesto sociale e condiziona la vita quotidiana.

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Le stesse suggestioni vengono evocate dalla coreografia di Franzutti, che tramuta in movimento le parole del poeta e dà loro vita mediante il corpo dei ballerini che la realizzano.

“La Luna dei Borboni”, interpretata in maniera magistrale dai bravissimi danzatori del Balletto del Sud, compagnia di cui Franzutti è direttore e coreografo, ha debuttato a Lecce nel 2021, purtroppo a porte chiuse a causa del Covid, in diretta streaming, quindi ha incontrato il pubblico dal vivo solo l’anno scorso.

In virtù del grande successo, lo spettacolo è stato replicato quest’anno con una ricca tournée che lo ha portato nei giorni scorsi anche al teatro Vascello di Roma, dove ha ottenuto, ancora una volta, ampi consensi di critica e di pubblico.

Per questa produzione, la quarantaduesima che l’artista salentino ha creato per la sua compagnia, il Maestro ha usato il linguaggio moderno della danza contemporanea e del teatro-danza

Lo spettacolo si apre con la voce fuori campo dell’attore Andrea Sirianni che recita i versi di Bodini e subito trasporta il pubblico nell’atmosfera dell’epoca. Segue il passo a due dei primi ballerini, Nuria Salado Fusté e Matias Iaconianni, che descrive l’amore in tutte le sue fasi, passando dal romanticismo alla sensualità delicata che si fa via via più accentuata.

Non mancano le crisi, le riprese e la frattura, l’epilogo finale dal lirismo potente affidato alle capacità drammatiche del collaudato sodalizio dei due artisti. La forte teatralità, sebbene importante in una produzione del genere, non prende il sopravvento sulle capacità tecniche di alto livello dei due protagonisti.

Il racconto muto del coro che li circonda narra la vita di un paese del Sud, coi suoi riti e rituali, col suo popolo, a volte entusiasta, a volte disperato, segnato da una vita dura che alterna speranza a rassegnazione. I volti parlano, i corpi comunicano al pubblico un caleidoscopio di sentimenti e sensazioni. E’ evidente nei pezzi dei solisti Ovidiu Chitanu e Christopher Vazquez, che ipnotizzano il pubblico con la loro plasticità.

I musicisti dell’ensemble “Brancaleone Project, Giuseppe Spedicato, Rocco Nigro e Giorgio Distante, sono presenti in scena, sullo sfondo, come unico elemento di un allestimento volutamente scarno, come scarno era il Sud del dopo guerra raccontato dal poeta.

La musica, originale, composta per l’occasione da Rocco Nigro e Giuseppe Spedicato per fisarmonica e tromba, riprende le melodie delle feste di piazza dal sapore antico e nostalgico e delle processioni religiose. Ricordando motivi balcanici, ritmati e sensuali, comuni a tanta tradizione del nostro meridione, alternati a brani dall’atmosfera sognante alla maniera di Nino Rota, a suggerire qua e là elementi futuristi.

I linguaggi di poesia, danza e teatro, tenuti insieme dalla musica, si rincorrono tra loro, si intrecciano senza mai sovrapporsi, ma sono complementari, come ad esprimere la complessità della vita, composta da un caos di tanti elementi, uniti dalla forza della passione e dei sentimenti.

Serena Cirillo

Articolo pubblicato su: CityWeek  29/11/2023

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