LE QUATTRO STAGIONI

teatro/danza/musica
dedicato alla poetica di W.H. Auden

coreografie di Fredy Franzutti
musiche di Antonio Vivaldi e John Cage
scene di Isabella Ducrot

Op. n° 30F/12
balletto in un atto

LE QUATTRO STAGIONI

Performance di teatro, musica e danza dedicata al poeta W.H. Auden

PRESENTAZIONE

Lo spettacolo, sia nel proprio impianto come nella tensione e negli esiti che lo animano, ha un profilo tanto originale quanto cólto, del tutto diverso e lontano da ogni altro allestimento, non solo italiano ma europeo e internazionale. Il merito trova un suo fondamento nelle capacità e nelle scelte specifiche del coreografo e regista, e nelle pagine dell’autore di riferimento. Auden ha vissuto con profonda e sensitiva inquietudine sulla propria pelle, le contraddizioni e gli orrori del secolo scorso: è un suo tratto saliente, che non ha uguali, di questa caratura, nel panorama del ‘900. L’esito di tale coniugazione è tra le produzioni più moderne e singolari comprese nel repertorio del Balletto del Sud, un titolo accolto di slancio dal consenso di pubblico e critica, replicato in festival e teatri italiani. Le quattro stagioni è un titolo ordinato in quadri, pensati da Franzutti per riflettere sulle fasi della vita dell’uomo. Il filo rosso che li unisce sono i versi di Auden, personalità maggiore della poesia del Novecento, la cui produzione, qui restituita e animata con la consueta, asciutta professionalità dall’attore Andrea Sirianni, è centrata nell’analisi dell’uomo comune, definito “l’ignoto cittadino”. La vita e gli scritti del poeta inglese invadono la scena con elaborati dove si distinguono l’impegno politico, sociale ed ideologico, tratti salienti di una personalità che fu punta di diamante, negli anni Trenta, della poesia d’avanguardia. Naturalizzato negli U.S.A., dove emigra nel ’38 insieme al proprio compagno, Christopher Isherwood, per sfuggire all’intollerabile repressione sessuale e al grigio, arcaico moralismo della società inglese, Auden aveva combattuto con i Repubblicani contro i Fascisti nella Guerra Civile Spagnola, ma era stato testimone delle atrocità compiute dall’una e dall’altra parte. La sua poetica, già segnata con profonda amarezza da quella esperienza, produce in seguito uno specchio impietoso dell’”American Way of Life”, nel quale l’autore critica e fa riflettere l’America, travolta dal boom economico e dal benessere del dopoguerra, grazie ad un’analisi attenta alle discriminazioni, degli abusi delle lobbies dominanti, dell’eccentricità gratuita e folleggiante di un paese che, sotto la superficie consumista, era in realtà muscolare e guerrafondaio. La parte del paese più liberale e intellettuale afferra le minacce sociali interne intraviste e suggerite da Auden, tanto da riconoscergli il premio Pulitzer. Alle note di Vivaldi si alternano le note ritmate di John Cage: è un contrastato contrappunto fra morbide certezze e giorni avari di bellezza e consolazione. Cage, a lungo sodale di Merce Cunningham, è compositore la cui scabra musica ci conduce alle esigenze dell’uomo moderno ed alle straordinarie potenzialità espressive di questa età dell’ansia, definita contemporaneità. Protagonisti delle coreografie di sono i primi ballerini Nuria Salado Fustè e Matias Iaconianni, con i solisti Alice Leoncini, Alexander Yakovlev e Ovidiu Chitanu, e i componenti della compagnia Balletto del Sud, il più importante organismo di produzione di danza del sud Italia. Le scenografie sono della pittrice Isabella Ducrot, esponente di un personale astrattismo coloristico, le luci di Piero Calò.
Ermanno Romanelli

Descrizione

Le quattro stagioni è il 30° spettacolo che il coreografo Fredy Franzutti realizza, nel 2012, per il Balletto del Sud, oggi una delle compagnie più apprezzate del panorama nazionale.

L’argomento trattato utilizza le stagioni per riflettere sulle fasi della vita dell’uomo.

Le stagioni della vita o meglio dei sentimenti non sono dettate da mutamenti  scadenzati da giorni del calendario, ma sono legate alla reazione emotiva de “l’uomo collettivo” agli eventi che accadono.

Per sostenere la tesi Franzutti affida la legazione dei quadri danzati ai versi del poeta inglese (americanizzato nel 1939) Wystan Hugh Auden e alla sua analisi,  “peggiorista” – attributo che Auden aveva coniato per sé – della società dell’uomo comune definito “l’ignoto cittadino”. I testi sono interpretati dall’attore Andrea Sirianni.

Alle note di Vivaldi si alternano in contrasto le melodie ritmate di John Cage che non solo ci portano alle esigenze dell’uomo moderno (al dissapore e all’amarezza che il confronto con la società ha generato), ma anche alle straordinarie potenzialità espressive di questa età dell’ansia che abbiamo chiamato contemporaneità.

Se dunque la personale primavera è il rapporto con l’amore, il calore dell’estate è l’allegoria dell’immobilità, intesa come inabilità e incapacità di cambiamento, o come disinteresse delle disgrazie altrui (come nell’Icaro del fiammingo Pieter Bruegel).

L’autunnale caduta delle foglie e l’arrivo della pioggia insistente ci riporta alla routine dei pendolari, al modo pratico e consueto di procedere nell’attività quotidiana. Il rumore dei tuoni ci rinnova la paura delle persecuzioni, l’ingiallimento della natura rimanda alla consapevolezza d’appartenenza ad una società incline al marcire e spaventati dall’oscurità delle nubi, perché non vediamo dove stiamo, ci sentiamo (come scrive Auden) persi in un mondo stregato, bambini spaventati dalla notte.

Il gelo invernale cala con la morte: la fine del rapporto, la morte del compagno di viaggio, la morte della persona amata. La morte che rende inutile qualsiasi reazione. “Tirate giù il sole, svuotate gli oceani e abbattete gli alberi. Perché niente servirà più a niente”

Ma le stagioni delle emozioni, come le stagioni metereologiche, non durano per sempre e anche quelle ritornano, si alternano, ci sorprendono: E dopo il gelido inverno di un terribile lutto può ritornare una primavera d’amore.

Scopriamo che l’alternarsi delle stagioni delle emozioni altro non è che la Vita in una società con la paradossale centralità riservata a chi non conta nulla – quei cittadini ignoti che il potere modella come cera, l’industria sfrutta come servi e l’arte canta come eroi.

Lo spettacolo, una delle produzioni più moderne del repertorio della compagnia, ha riscosso, fin dalle prime rappresentazioni, ottimo riscontro di pubblico e lodi dalla critica ed ha replicato in importanti festival e teatri italiani come il Teatro Olimpico di Roma, il Teatro Verdi di Pisa, il Teatro Team di Bari, il Festival Armonie D’arte di Scolacium, il Festival di Paestum e nei circuiti del Veneto, del Friuli Venezia Giulia, dell’Umbria, della Sicilia e della Puglia.

“Le Quattro Stagioni” di W.H. Auden,  è prodotto in Puglia con il sostegno di PO FESR 2007/2013 Asse IV – Produzione di nuovi spettacoli in “prima nazionale”-Teatro/Danza, progetto affidato dalla Regione Puglia al Teatro Pubblico Pugliese. Prima assoluta: venerdì 27 aprile, 2012 ore 21.00  – Teatro Politeama Greco di Lecce in collaborazione con La Camerata Musicale Salentina e la Fondazione “Tito Schipa”.

Immagini scelte HD

LE QUATTRO STAGIONI – Spot

op. n° 30 del 2012
balletto in un atto
durata: h 1,40 minuti
produzione del 2012

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Il coreografo Fredy Franzutti

COREOGRAFO

Coreografo italiano di agile eclettismo, fra i più conosciuti e apprezzati in Italia e all’estero, ospite anche di diverse realtà di prestigio internazionale fonda nel 1995 la sua compagnia il “Balletto del Sud”.

COMPAGNIA

Il “Balletto del Sud” nasce nel 1995 fondato e diretto da Fredy Franzutti.

Riconosciuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali dal 1999 è oggi una delle più rilevanti compagnie di danza in Italia, con un vasto e vario repertorio che replica nelle numerose tournée nazionali e internazionali.

ORGANICO

Una compagnia composta da 20 elementi di diverse nazionalità, con solisti di elevato livello tecnico in grado di alternarsi nei ruoli principali.

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